a cura di Elia Pirone
Le novità e i dettagli
Un inizio d’anno particolarmente impegnativo per concorsisti, dipendenti pubblici e tutti gli addetti ai lavori che necessitano di seguire le sempre numerose evoluzioni normative che riguardano la Pubblica amministrazione.
Le novità introdotte in questi giorni sono estremamente rilevanti e impattano fortemente sul personale già assunto, ma anche – forse soprattutto – sugli aspiranti pubblici impiegati, coloro che si cimentano nell’ardua fatica dei concorsi pubblici. Vediamo i dettagli di queste innovazioni.
Si parte dal tema che più di tutti ha infiammato i gruppi di discussione in questi mesi, ovvero le graduatorie “tagliate” dall’art. 35 comma 5-ter del d.lgs. 165/2001, ormai nota con il gergo giornalistico di “norma taglia-idonei”. Il decreto PA 2025 (o decreto PA ter) è intervenuto all’art. 4 comma 9 stabilendo che “alle graduatorie approvate nell’anno 2024 e 2025 non si applica il limite di cui al quarto periodo dell’art. 35, comma 5-ter, decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165”. Risulta quindi chiaro che l’applicazione della taglia-idonei è sospesa, perlomeno a tutto il 2025. Dopodiché, vedremo quali ulteriori provvedimenti potrà assumere il legislatore.
Stabilito pertanto che gli idonei tornano a essere tutti coloro che, avendo ottenuto almeno la sufficienza nelle prove intermedie, approdano in graduatoria finale, passiamo al tema della mobilità obbligatoria. Tematica anch’essa molto sentita, aveva generato dibattito la quota da riservare rispetto al piano assunzionale dei singoli enti. Il decreto PA 2025 è intervenuto anche su questo tema, sancendo, all’art. 3, comma 1, lettera c), che al TUPI sono apportate le seguenti modificazioni: “Le amministrazioni destinano alle procedure di mobilità di cui al presente articolo, una percentuale non inferiore al 15% delle facoltà assunzionali provvedendo, in via prioritaria, all’immissione in ruolo dei dipendenti provenienti da altre amministrazioni (…)”. Viene perciò chiarita la natura di questa mobilità, che dovrà essere per forza esterna. Si chiarisce inoltre espressamente che i posti non coperti sono destinati ai concorsi.
Come al solito in questo Paese, tuttavia, le cose non sono mai semplici e lineari. Lo dimostra il fatto che il D.L. 202/2024 recante “Disposizioni urgenti in materia di termini normativi”, giornalisticamente noto come “Decreto Milleproroghe 2025”, è a sua volta intervenuto sulla mobilità. All’art. 1, comma 10-bis, infatti, viene stabilito che “le parole ‘fino al 31 dicembre 2024’ sono sostituite dalle seguenti: ‘fino al 31 dicembre 2025’” in riferimento alla deroga dell’espletamento della mobilità di cui sopra.
Tuttavia, è molto importante notare che l’art. 3, comma 8, della L. 56/2019, su cui interviene il Milleproroghe, si riferisce alle “procedure concorsuali bandite dalle pubbliche amministrazioni (…)”, mentre il decreto PA ter parla delle “facoltà assunzionali”, riferendosi evidentemente al PIAO dei singoli Enti. Pertanto, per come appaiono le cose allo stato dell’arte, le procedure concorsuali da bandire nel corso di quest’anno non avranno l’obbligo di esperire preventivamente la mobilità, ma tale mobilità dovrà essere espletata attraverso appositi bandi di mobilità nei limiti del 15% delle facoltà assunzionali disposte dal PIAO. Insomma, un regime ibrido per cui i concorsi potranno svolgersi senza mobilità, ma quest’ultima andrà comunque portata avanti attraverso bandi ad hoc.
Chiudiamo con una “chicca” molto interessante. Il decreto PA 2025, all’art. 14, comma 1, sancisce che è istituito presso il MEF un fondo con una dotazione di 190 milioni per armonizzare i trattamenti economici integrativi dei Ministeri. Ciò significa che questa cifra servirà a rendere più omogeneo il salario accessorio tra Enti statali che, come è ben noto, diverge anche notevolmente. Una bella notizia per i ministeriali più svantaggiati.
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