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I giovani laureati in materie giuridiche hanno diverse opportunità di carriera sia nel settore del privato che in quello pubblico. Tra le diverse opportunità da passare al vaglio, i tirocini negli Uffici Giudiziari del Ministero della Giustizia possono rappresentare l’occasione giusta per impiegarsi nel settore giuridico. Grazie alle nuove riforme introdotte con i decreti legislativi n. 44/2024 e n. 45/2024, sono cambiati i requisiti per l’accesso a questi percorsi formativi.
Sommario
Tirocinio: a chi si rivolge e come si struttura
Gli Uffici Giudiziari mettono a disposizione degli aspiranti candidati un percorso formativo che dura 18 mesi e che ha lo scopo di impreziosire l’esperienza pratica all’interno del sistema giudiziario italiano di coloro che entreranno in questo settore. Durante questo lasso di tempo i tirocinanti hanno andranno ad affiancare magistrati e giudici, potranno attivamente prendere parte a udienze, camere di consiglio e alla gestione dei fascicoli processuali.
Lo scopo principale del tirocinio sarà dare ai laureati in Giurisprudenza gli strumenti giusti per poter affrontare con competenza e professionalità tutto ciò che concerne il loro mondo del lavoro, offrendo loro una formazione diretta sul campo.
Possono presentare domanda di tirocinio tutti i giovani laureati under 30, con un focus particolare su coloro che hanno conseguito una laurea in Giurisprudenza. Grazie poi alle recenti modifiche normative, anche studenti che sono ancora in corso di laurea (nel senso che non hanno concluso il proprio percorso accademico) ma che hanno almeno superato esami chiave nelle materie fondamentali del diritto, possono partecipare percorsi formativi. Si tratta di una importantissima novità pensata per ampliare il numero di studenti che possono accedere al tirocinio, offrendo loro la possibilità di acquisire esperienza pratica prima del completamento della laurea.
Ammissibilità al tirocinio Uffici Giudiziari: le novità
La riforma introdotta dal D.Lgs. 44/2024 ha ampliato i criteri di ammissione ai tirocini, aprendo le porte a una platea più ampia di candidati. In particolare, l’articolo 6 del decreto ha previsto la possibilità di accedere al tirocinio anche per studenti ancora in corso, a condizione che abbiano superato esami fondamentali di diritto.
Questa estensione rappresenta un’importante innovazione, poiché consente a studenti che stanno ancora completando il proprio percorso accademico di confrontarsi con la pratica giudiziaria, integrando così le loro conoscenze teoriche con l’esperienza sul campo.
Selezione dei candidati e requisiti di partecipazione
La riforma ha rivalutato i criteri di selezione per i tirocinanti. Prioritariamente passa avanti chi ha già conseguito la laurea, ma non vengono esclusi coloro che, pur essendo ancora studenti, dimostrano un forte impegno accademico nelle materie giuridiche. Così facendo si intende premiare il merito e l’impegno, permettendo ai candidati più preparati di accedere a questa preziosa esperienza formativa.
Per essere ammessi al tirocinio presso gli Uffici Giudiziari, i candidati devono soddisfare determinati requisiti, tra cui:
- Aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, o in alternativa aver superato esami fondamentali in materie giuridiche;
- Avere una media degli esami di diritto di almeno 27/30 o un voto di laurea minimo di 105/110;
- Non aver superato i 30 anni di età;
- Non avere precedenti penali o misure di sicurezza a proprio carico.
Si tratta di criteri che garantiscono ai tirocinanti selezionati un preciso background accademico e personale, conforme alle esigenze del sistema giudiziario.
Come e quando presentare la domanda
Per partecipare al tirocinio si può presentare domanda in qualunque momento, non ci sono scadenze. I candidati interessati selezionano l’ufficio giudiziario di preferenza e allegano la documentazione necessaria atta a dimostrare il possesso dei requisiti richiesti. È possibile, inoltre, esprimere una preferenza per una specifica materia giuridica.
Mansioni, compenso e vantaggi
Cosa faranno coloro che verranno selezionati per il tirocinio? Innanzitutto lavorano a stretto contatto con i magistrati, che si tratti di Tribunali Ordinari o di Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) o addirittura di Consiglio di Stato. Potranno visionare i fascicoli processuali, prendere parte alle udienze e accedere alle camere di consiglio. Avranno così modo di osservare da vicino il funzionamento della giustizia italiana.
Non ci saranno tuttavia solo attività pratiche: i tirocinanti possono seguire corsi di formazione organizzati dalla Scuola Superiore della Magistratura, arricchendo ulteriormente la loro preparazione professionale.
Il compenso
I tirocinanti hanno diritto a un compenso, definito borsa di studio, per un importo massimo di 400 euro al mese. Tale rimborso spese è stabilito annualmente dal Ministero della Giustizia e varia in base a specifici requisiti stabiliti dal decreto legislativo. Per quanto sia una cifra bassa, il valore reale di questa esperienza è dato dal tirocinio stesso, perché fornisce ai candidati l’esperienza formativa atta a crearsi una propria carriera di rispetto.
Non dimentichiamo poi il valore aggiunto del tirocinio, considerato come l’equivalente a un anno di pratica forense o notarile. Esso inoltre viene considerato come titolo preferenziale per la nomina a giudice onorario e vice procuratore onorario, e conferisce punteggi aggiuntivi nei concorsi per magistrato ordinario e in altri concorsi pubblici.
In particolare, per chi intende partecipare ai concorsi banditi dal Ministero della Giustizia, il tirocinio rappresenta un titolo che può valere fino a 6 punti nella valutazione dei titoli.
Iscriviti al seguente gruppo Telegram per info maggiori in merito alle possibilità di impiego presso il Ministero della Giustizia.
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